Case Enasarco, nuove agevolazioni agli inquilini, ma agli agenti cosa resta?

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Case Enasarco, nuove agevolazioni agli inquilini, ma agli agenti cosa resta?
Ancora problemi nella vendita del patrimonio immobiliare dell'ente
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Il comma 11 bis dell’art. 3 del dl. 95/12 del 6 luglio 2012, convertito in legge 7 agosto 2012 n. 135  pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 agosto n.189 – S.O. n. 173, prevede una serie di misure poste in essere dal Legislatore con l’obiettivo di  agevolare le dismissioni immobiliari da parte degli enti previdenziali quali l’Enasarco. Tra esse spicca, nel caso specifico della Fondazione,  il riconoscimento di  uno sconto aggiuntivo del 10% a tutti gli inquilini che acquisteranno gli immobili messi in vendita con il “progetto Mercurio”. Una agevolazione  riservata prima unicamente a quegli inquilini che collettivamente riscattavano almeno il 70% di un intero condominio e che si aggiungeva al  significativo sconto del 30% già riconosciuto ai conduttori degli immobili.

Sul punto, destano perplessità le forti  preoccupazioni espresse dal presidente dell’Enasarco Boco sui mancati introiti che tale misura provocherebbe rispetto alle attese plusvalenze, perché in realtà l’impatto della misura appare assai modesto, se rapportato al calo del 16% del valore degli immobili e alla difficoltà degli inquilini a reperire dei mutui “possibili” a causa della posizione delle banche (altro che convenzioni!)

Non vorremmo che questa posizione fosse il preludio al quarto intervento avvenuto nel giro di qualche anno sulle pensioni degli agenti di commercio  con l’ennesimo aumento dei contributi di solidarietà (che non vanno nelle tasche della categoria!), magari con l’aggiunta di un nuovo slittamento dei termini di pensionamento, accentuando ulteriormente la drastica cura dimagrante seguita al Regolamento in vigore dal 1° gennaio 2012.

In una lettera indirizzata alle Istituzioni competenti Federagenti ha preso spunto dalle dichiarazioni del Presidente Boco per chiedere nuovamente l’accorpamento dell’Enasarco nell’INPS. L’Ente, infatti, non pare più in grado di garantire i requisiti di stabilità finanziaria richiesti dal legislatore, né eroga più a nostro avviso – a seguito dei pesanti tagli alle pensioni e agli interventi assistenziali – prestazioni che ne giustifichino l’esistenza in vita.