Una mozione dell’UDC sulla vendita degli immobili Enasarco

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Una mozione dell’UDC sulla vendita degli immobili Enasarco
Ancora dubbi e perplessità sulla dismissione
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Riportiamo integralmente il testo della Mozione 1-01087 presentata da Dionisi (Udc), firmatari Cesa, Poli, Galletti, Rao, Enzo Carra, Capitanio Santolini, Anna Teresa Formisano, Compagnon, Ciccanti, Naro, Volontè lo scorso 19 giugno 2012, seduta n.652

“La Camera,premesso che:

tra le principali problematiche, connesse all’attuale fase congiunturale che stanno preoccupando i cittadini, la questione abitativa, per il suo impatto e per le dimensioni che sta assumendo, si sta configurando come una vera e propria emergenza;

in tale ambito la situazione in cui versano gli inquilini degli immobili di proprietà degli enti previdenziali privatizzati è sempre più preoccupante per le conseguenze e le drammatiche implicazioni di carattere sociale che potrebbero derivarne;

si tratta di una condizione che vede coinvolti migliaia di cittadini, per lo più residenti nella città di Roma, che detiene circa il 60 per cento del patrimonio immobiliare di tali enti previdenziali;

tutto origina dall’entrata in vigore del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, che ha trasformato gli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza, in persone giuridiche private, portando quindi alla privatizzazione numerosi enti previdenziali pubblici, tra i quali l’Enpaia, l’Enasarco, l’Enpam, l’Enpaf, l’Enpav, la Fimit, la Cassa forense, e altri;

nelle intenzioni del legislatore gli effetti del decreto legislativo n. 509 del 1994 dovevano essere mitigati dal decreto-legge n. 41 del 2004, convertito dalla legge n. 104 del 2004, che fissava, quali termini di riferimento per la determinazione del prezzo degli immobili pubblici oggetto di cartolarizzazione e di locazione, i valori di mercato rilevati nel mese di ottobre 2001;

successivamente, per effetto di una discussa norma di interpretazione autentica, introdotta dal comma 38 dell’articolo 1 della legge n. 243 del 2004, gli enti effettivamente privatizzati, hanno disapplicato la norma contenente l’obbligo di vendita e di fissazione di canoni di affitto ai valori del 2001;

l’assenza di obblighi di locazione ed alienazione degli immobili a tariffe calmierate ha prodotto un aumento dei canoni di locazione dall’80 al 100 per cento con conseguenti rischi di sfratto per tutti gli inquilini non disposti ad accettare i nuovi canoni;

inquilini dell’Enasarco, della Sara Assicurazioni, dell’Enpaia, per citare solo i casi più numerosi, hanno denunciato la dismissione degli alloggi a prezzi speculativi e aumenti dei canoni a prezzi insostenibili per moltissimi di loro che presto saranno costretti a lasciare gli alloggi locati da decenni;

è opportuno ricordare che l’utenza interessata da questi rincari è composta in prevalenza da soggetti anziani, pensionati, monoreddito, disabili e categorie disagiate varie e nell’attuale contesto e nelle condizioni economiche in cui versano tali soggetti, gli aumenti rappresenterebbero l’anticamera certa dello sfratto,
impegna il Governo:
a procedere ad una attenta verifica della situazione e all’attivazione di un tavolo tecnico che coinvolga tutti i soggetti interessati al fine di individuare le soluzioni idonee a eliminare le criticità di cui in premessa;

ad assumere iniziative normative per prevedere una sospensione immediata delle procedure di sfratto in corso e una moratoria degli aumenti dei canoni o dei prezzi di vendita imposti alle circa 60 mila famiglie (di cui 40 mila solo a Roma) che alloggiano negli immobili di proprietà degli enti previdenziali, al fine di scongiurare una vera e propria emergenza sociale, nelle more delle risultanze provenienti dal citato tavolo.”