Enti di previdenza, chiesto un nuovo sistema di vigilanza

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Enti di previdenza, chiesto un nuovo sistema di vigilanza
I controlli che riguardano anche Enasarco sarebbero sostanzialmente inefficienti
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La Deputata Titti Di Salvo (PD), ha presentato nella seduta del 15 gennaio u.s. alla XI Commissione lavoro della Camera la risoluzione n. 7-00885 che impegna il governo ad una serie di iniziative riguardanti gli enti di previdenza privatizzati, evidenziando tutta una serie di questioni irrisolte sul ruolo deli enti di previdenza privatizzati, tra cui l’Enasarco che vanno dalla natura stessa degli enti, ai controlli  a cui sono sottoposti, agli ingentissimi risparmi previdenziali che gestiscono.

In particolare la risoluzione ricorda come la privatizzazione a suo tempo operata non ha comportato e non comporta un superamento della finalità pubblica che tali casse perseguono e che caratterizza la funzione previdenziale. Proprio per tale motivo la normativa prevede diversi tipi di controlli pubblici (su tutti la vigilanza esercitata dai Ministeri competenti), dei quali, però, a parere dei firmatari della risoluzione, è venuto finalmente il momento di valutare la reale efficacia (era ora, la Federagenti lo sostiene da almeno 10 anni!!!!).

La risoluzione menziona anche le non lusinghiere risultanze a cui è giunta l’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione parlamentare di controllo sugli enti gestori delle forme obbligatorie di previdenza che oltre a chiedere il commissariamento dell’Enasarco (provvedimento, a quanto pare, richiesto solo per l’ente di previdenza degli agenti e che molto dovrebbe far riflettere la categoria sulla bontà delle modalità di gestione della Fondazione), ha evidenziato anche come allo stato attuale “l’estrema complessità e frammentazione del sistema dei controlli” comporti “una sostanziale inefficienza dalla quale discende l’esigenza di una rivisitazione della stessa”. Vista la mole dei patrimoni gestiti (di poco inferiori ai 60 miliardi nel 2013!!!) ed il volume degli investimenti (pari a 170 miliardi !!!!) pertanto i controlli per il comparto previdenziale devono essere rigorosi ed equiparati a quelli sulle banche e sulle assicurazioni.Altri aspetti problematici vengono dalla frammentazione delle gestioni finanziarie delle varie casse che si concretizzano in maggiori costi di esercizio e dagli investimenti operati nel settore immobiliare (tema quanto mai noto, purtroppo, agli agenti di commercio). Alla luce delle considerazioni sopra esposte i firmatari della risoluzione concludono impegnando il governo, fra l’altro a 

                     assumere un’iniziativa per la redazione di un testo unificato per il settore degli enti di previdenza privata… al fine di superare le incertezze normative prodottisi dalla stratificazione normativa intervenuta negli ultimi anni;

– riaffermare la natura di enti privati delle casse professionali… ribadendo il principio che gli enti privatizzati non devono usufruire di finanziamenti pubblici o di altri aiuti di carattere finanziario provenienti dal settore pubblico;

– riaffermare che l’esercizio della funzione previdenziale costituisce interesse pubblico e che l’attività svolta da tali enti… richiede necessariamente l’esistenza di una serie di controlli e obblighi di natura pubblicistica, finalizzati a garantire la solidità e la trasparenza finanziaria degli stessi enti, onde salvaguardare pienamente i diritti degli iscritti alla percezione delle prestazioni previdenziali;
– favorire l’ulteriore razionalizzazione del settore, promuovendo un processo di accorpamento delle casse.. e rendendo il loro numero molto più contenuto rispetto all’attuale, considerando che tale processo presenterebbe numerosi aspetti positivi.

Inutile dire quanto siano importanti le valutazioni ed i propositi contenuti in questa risoluzione che se fatte proprie dal governo e riversate in un provvedimento normativo potrebbero segnare il punto di svolta per una futura gestione trasparente, competente e (magari) redditizia dei nostri contributi.