I giorni scorsi abbiamo visto scendere per le strade migliaia di ristoratori. A Piazza Montecitorio la protesta ha rischiato di prendere anche una deriva violenta da cui hanno subito preso le distanze le associazioni di categoria, la stragrande maggioranza dei ristoratori e gli addetti del settore (dipendenti e fornitori) che ormai vivono da 14 mesi un incubo di cui non si vede ancora la fine. L’indubbio pregio di una così clamorosa protesta è stato che finalmente non solo la politica e le istituzioni, ma anche e soprattutto la pubblica opinione si è resa conto del dramma che vivono centinaia di migliaia di famiglie italiane.
Lo stesso dramma che vivono anche le migliaia di famiglie di agenti che in tale settore lavorano è infatti di tutta evidenza che se uno dei settori più colpiti è l’Horeca lo è di conseguenza anche tutta la filiera che è parte essenziale del suo funzionamento.
Gli agenti di commercio che operano in questo campo non hanno visto un semplice decremento del loro fatturato e della loro attività, ma si sono praticamente fermati da marzo 2020 perdendo l’intero indotto delle festività pasquali dello scorso anno e dopo una timida (veramente timida ci teniamo a precisare) ripresa estiva, hanno visto saltare completamente le festività natalizie e di fine anno nonché le festività pasquali 2021.
Se Hotel, ristoranti, agriturismi, catering sono ormai allo stremo, lo sono altrettanto gli agenti e rappresentanti che li riforniscono che nella stragrande maggioranza dei casi hanno anche avuto accesso a sostegni notevolmente più ridotti dei primi. Tutti devono aver ben presente che gli agenti di commercio sono stati praticamente ignorati ed il primo aiuto teoricamente concesso anche alla nostra categoria è stato il contributo a fondo perduto di cui all’articolo 25 del Decreto Legge n. 34/20 cd. “Cura Italia”: teoricamente, perché, come tutti ricordate era strutturato in modo tale da non far emergere il danno economico subito dalla categoria. Gli agenti di commercio, nella stragrande maggioranza dei casi nel mese di aprile 2020 avevano fatturato le provvigioni relative al mese di marzo, o addirittura quelle relative al primo trimestre 2020 e quindi si sono visti preclusi l’accesso a tale contributo.
Da oltre un anno, gli agenti del settore HO.RE.CA. hanno a che fare con clienti fermi e ancora non in grado di far fronte alle fatture emesse dalle aziende mandanti a marzo 2020. In questa situazione ed a fronte di tanta incertezza per l’ormai prossima stagione estiva come si può pensare che Hotel, Ristoranti e Catering riprendano le loro ordinazioni e conseguentemente gli agenti possano riprendere a lavorare e – magari – incassare fra qualche mese le provvigioni relative al primo trimestre 2020?
In questo momento tutte le attività stagionali quali villaggi turistici, resort, camping, stabilimenti balneari stanno cercando di capire che estate sarà, quali flussi turistici saranno possibili e conseguentemente quanto personale e quanti prodotti ordinare. La loro incertezza, ancora una volta, si riflette direttamente sugli intermediari del settore. Ed anche a loro, come agli imprenditori sopra citati, è venuto il momento di dare un segnale chiaro: dargli la possibilità di sopravvivere e riprendere a lavorare al più presto.
Purtroppo i segnali non sono incoraggianti. A fine marzo la Regione Lazio con determinazione dirigenziale G03335 ha stanziato 10 milioni di euro per attivare un intervento denominato “CONTRIBUTO PARTITE IVA” con l’obiettivo di erogare un contributo a fondo perduto di 600 euro “al fine di rispondere con celerità ed efficacia ai fabbisogni di liquidità dei lavoratori autonomi o imprese individuali titolari di partita I.V.A.” con reddito imponibile derivante dall’attività fino a 26.000,00 euro nell’anno 2020. Ebbene le attività i cui CODICI ATECO sono ammessi al contributo comprendono sia i gestori di Hotel e servizi similari (codice ateco 55) che di servizi di ristorazione (codice ateco 56), ma non anche gli agenti degli stessi settori che sono rimasti esclusi anche da questo aiuto.
L’attuale esecutivo a livello centrale e le Regioni a livello territoriale devono prendere decisioni coraggiose e devono comprendere che senza aiuti robusti (sotto forma di finanziamenti, prestiti e sgravi fiscali) e indicazioni certe ed univoche gli imprenditori del settore non rischieranno mai ulteriori investimenti né riprenderanno a rifornirsi. Occorre non solo sospendere (o fortemente diluire) i versamenti di tasse e contributi, ma occorre soprattutto una robusta iniezione di fiducia che in questo momento si deve concretizzare da una parte in un forte sostegno economico ai soggetti oggettivamente più colpiti dalla pandemia e dall’altra in una campagna vaccinale efficiente ed a tappe forzate che sia in grado di garantire il ritorno alla normalità prima della fine della primavera.
In caso contrario si rischia di trovarsi di fronte ad altre manifestazioni come quella di Montecitorio di inizio mese, ma con il rischio che questa volta il disagio scoppi in tutte le regioni e le distanze da tali episodi diventino sempre meno nette.