Le recenti elezioni hanno portato un rinnovato dibattito all’interno della Fondazione sugli aspetti più importanti della gestione, dai nuovi servizi a favore degli iscritti, al patrimonio immobiliare, agli investimenti. Proprio su questo ultimo punto, abbiamo letto con interesse alcune dichiarazioni del presidente Enasarco Costa che anticipava l’intenzione di investire risorse della fondazione, e quindi degli iscritti, nell’economia reale del nostro paese. Proposta che andrà chiaramente prima discussa nel consiglio di amministrazione e che la Federagenti condividerà solo a determinate condizioni, in primis che si tratti di aziende italiane operanti attraverso una rete di agenti che abbiano importanti margini di crescita, perché se ne traggono vantaggio le mandanti ne abbiamo un sicuro beneficio anche noi agenti. Non certo aziende che non intermediano oppure in crisi perché non intendiamo sostituirci alla logica assistenzialista che il nostro Paese ha avuto negli ultimi anni che non ha prodotto alcun risultato, anzi. Non solo, dovrà trattarsi di aziende con prospettive di consolidamento economico e meritevoli da un punto di vista etico, nel senso che paghino regolarmente le provvigioni alla propria rete commerciale, che versino alle scadenze il Firr all’Enasarco, che non sfruttino formule contrattuali singolari per evitare di pagare i contributi dovuti, il cui fatturato sia per la maggior parte derivante dall’attività della rete commerciale e non – tanto per fare un esempio – dal commercio elettronico o da altre formule di business che tendano a sostituire la figura dell’agente e rappresentante di commercio. Perché questi soldi sono solo degli agenti e di nessun altro.
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Enasarco e gli investimenti nell’economia reale
Misura condivisibile purché a trarne vantaggio siano esclusivamente gli agenti di commercio