La cd. «Legge Madia» prevede il divieto di attribuire incarichi di studio e di consulenza nonché incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. Tale previsione riguarda anche le pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato
della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istat. Il Consiglio di amministrazione Enasarco ha da tempo chiesto ai Ministeri competenti di chiarire se la Fondazione sia soggetta a tale norma, vista anche la circolare interpretativa n. 6/2014 del Ministero per la Semplificazione e della Pubblica Amministrazione che prevede
per le amministrazioni di evitare «comportamenti elusivi, consistenti nel conferire a soggetti prossimi alla pensione incarichi e cariche il cui mandato si svolga sostanzialmente in una fase successiva al collocamento in quiescenza. Per tali soggetti, le amministrazioni valuteranno la possibilità di conferire un incarico gratuito». Alla
luce di tutto ciò, alcuni consiglieri di amministrazione Enasarco, essendo in quiescenza, hanno responsabilmente preferito chiedere la sospensione dei propri emolumenti in attesa di avere un indirizzo definitivo sulla questione da parte dei dicasteri interessati. Da recenti notizie di stampa risulterebbe invece che il presidente Enasarco Costa, eletto a Giugno 2016 in quota Fnaarc/ Confcommercio, sebbene in pensione, non abbia finora rinunciato a tale emolumento. Alla luce di tali notizie, i rappresentanti della Federagenti, eletti nella lista «Adesso basta» nel CdA Enasarco, hanno chiesto di avere nella prossima riunione gli approfondimenti indispensabili per assumere una decisione che sia rispettosa della normativa.
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Enasarco, incarichi da chiarire
Occorre uniformità di trattamento tra i membri del CdA ed il presidente