Vorremmo affrontare un argomento di cui non si parla spesso e che è invece importante per chi si trova in tale situazione.
Un agente si è rivolto a noi lo scorso mese di gennaio, in vista del compimento del 67° anno di età, per avere assistenza nel disbrigo delle pratiche relative alla presentazione della domanda di pensione di vecchiaia. Quando ha parlato con noi, ci ha detto che aveva già verificato che dal calcolo previsionale riportato nella sua area riservata, seppur non certificato, avrebbe dovuto aver diritto ad una pensione di circa 1500 euro lordi mensili. A febbraio, abbiamo quindi inoltrato la domanda di pensione all’Enasarco ed atteso l’evasione della stessa. Lo scorso mese di aprile l’agente ha ricevuto il suo rateo pensionistico il cui importo ammontava a 950 euro netti. Poiché la differenza fra il lordo presunto e il netto realmente liquidato gli sembrava eccessiva, l’agente si è rivolto nuovamente a noi chiedendo chiarimenti. In un primo momento abbiamo pensato che la differenza era imputabile all’imposizione fiscale, ma poiché anche a noi la differenza sembrava eccessiva abbiamo analizzato più attentamente tutta la documentazione ed abbiamo concentrato la nostra attenzione sul fatto che l’agente aveva operato come socio di una snc e che l’altra socia era la moglie deceduta tre anni prima.
Dal 2004, in effetti, i contributi versati dalle aziende mandanti vengono distribuiti tra i soci delle società in nome collettivo in proporzione alla quota di capitale sociale posseduta, non avendo più rilevanza, come nel passato, la distinzione tra socio lavoratore e socio non lavoratore. In sostanza dal 2004 i soci delle snc sono considerati tutti lavoratori, pertanto, i contributi vanno divisi tra tutti.
Nella fattispecie al momento del calcolo della pensione la Fondazione ha verificato che l’agente era socio di una snc e ha ripartito i contributi presenti nel suo fondo previdenza tra lui e la moglie, altra (e fortunatamente) unica socia della snc. Alla moglie, pertanto, risultavano contabilizzati ben 16 anni di contributi! A questo punto l’agente non ha avuto altra possibilità che presentare all’Enasarco domanda di pensione ai superstiti indiretta, e non reversibile, visto che la signora non era ancora pensionata. Attualmente, quindi è stata fatta richiesta della pensione ai superstiti e siamo in attesa dell’evasione della stessa, con contestuale pagamento degli arretrati da tre anni a questa parte.
Per riepilogare, quando i soci delle snc presentano la domanda di pensione alla Fondazione quest’ultima ripartisce i contributi tra tutti i soci della società. Pertanto, i soci che all’inizio non risultavano lavoratori in tale occasione accumulano contributi utili per il conseguimento della prestazione pensionistica.
Da ciò consegue che diventa fondamentale eseguire una verifica sulla situazione contributiva dei soci inizialmente non lavoratori in modo da capire se e quando potranno andare in pensione. In alcuni casi, infatti, se congiuntamente alla domanda di pensione del “socio principale”, si decide di cessare l’attività della snc interrompendo i rapporti di agenzia allo stato in essere, potrebbe accadere che l’altro socio non abbia maturato i requisiti pensionistici ed abbia quindi la necessità di contribuire volontariamente per qualche trimestre o anno per evitare rischio di perdere tutta la contribuzione sino a quel momento accreditata.
Per completare l’argomento a questo punto è importante sottolineare come il conteggio riportato nell’area riservata Enasarco per i soci delle snc non è assolutamente attendibile poiché oggetto di ricalcolo “certificato” solo in occasione del pensionamento.
Per maggiori chiarimenti le sedi Federagenti sono sempre a disposizione.