Vendita immobili Enasarco, tre nuove mozioni parlamentari.

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Vendita immobili Enasarco, tre nuove mozioni parlamentari.
Chiesto l’intervento dei Ministeri ed il blocco delle vendite.
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Tre mozioni parlamentari, presentate rispettivamente da Piffari (Idv) il 18 ottobre, da Cazzola (Pdl) e da Di Biagio (Fli) lo scorso 23 ottobre 2012, riprendono l’annoso problema della dismissione immobiliare degli enti di previdenza pubblici e privatizzati, tra cui anche l’Enasarco.

Questione di strettissima attualità, alla luce della recente presa di posizione della Corte dei Conti secondo la quale nell’attuale congiuntura economica, il crollo del mercato immobiliare (-20 per cento nel primo trimestre del 2012), peserà irrimediabilmente anche sul processo di dismissioni immobiliari degli enti previdenziali e che – aggiungiamo noi – avrà un impatto fortemente negativo sui ricavi previsti dalla Fondazione, già ritoccati al ribasso rispetto alle previsioni iniziali.

In tali atti parlamentari, partendo dalla comune considerazione che occorra garantire equilibrio tra i diritti degli inquilini degli immobili oggetto di dismissione e la necessaria sostenibilità finanziaria degli enti a garanzia degli iscritti, si impegna il Governo ad attivare tempestivamente tutte le opportune misure di competenza volte ad introdurre forme capillari ed efficaci di monitoraggio, di controllo e di governo pubblico della gestione e dell’alienazione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, pubblici e privati, anche eventualmente attraverso l’attivazione di uno specifico tavolo tecnico-interistituzionale. In particolare la mozione di Piffari (n. 706) chiede – nelle more dell’istituzione di tale tavolo –  il blocco delle procedure di vendita a tutela dell’inquilinato.

Pur partendo da premesse diverse anche Federagenti, all’esito del referendum recentemente indetto, ha chiesto la sospensione del progetto Mercurio (nonché la confluenza dell’ente nell’Inps) in rappresentanza delle diecine di migliaia di colleghi che così si sono espressi e che sono stanchi (eufemismo) di subire periodiche “rivisitazioni” al ribasso delle proprie pensioni.