Colpo di scena nel Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Enasarco svoltosi ieri 01 luglio 2020, nel corso del quale “Presidenza e maggioranza hanno reso noto di aver impugnato davanti al TAR l’invito dei Vigilanti Ministeri di Lavoro ed Economia a completare l’intera tornata elettorale per il rinnovo dell’Assemblea dei Delegati entro il 10 agosto 2020.”
“Di fatto il vertice di Enasarco è andato contro e ha attaccato gli stessi Ministeri, in un atto di arroganza e superbia, senza informare preventivamente il Cda; il tutto in danno dell’Istituzione che governano e degli iscritti che rappresentano”, dicono i 5 Consiglieri del CdA della Fondazione Luca Gaburro (Federagenti), Antonino Marcianò (Fiarc), Alfonsino Mei (Anasf), Davide Ricci (Federagenti) e Gianni Guido Triolo (Confesercenti), le cui sigle compongono la lista unitaria “Fare Presto!”, candidata alla guida dell’Ente per il prossimo quadriennio. “Solo ieri è spuntata fuori con un clamoroso ritardo di ben 15 giorni, la lettera del Ministero che invitava l’Ente a dare corso immediato allo svolgimento delle elezioni e vietava di fatto qualsiasi atto o delibera che superasse i confini dell’ordinaria amministrazione. Ciò significa che tutti gli atti di non ordinaria amministrazione che sono stati adottati nell’Assemblea conclusasi il 30 giugno u.s. sarebbero inficiati da nullità. E ancora più colpevolmente i vertici di Enasarco hanno taciuto il contenuto della lettera del Ministero, oltre che al Cda, anche ai 60 delegati che a tale assise assembleare hanno partecipato, votando inconsapevolmente gli argomenti posti all’ordine del giorno”. Vero è che i delegati delle sigle a noi vicine avevano preventivamente rappresentato, nel corso dell’assise dei Delegati, i rischi di nullità delle delibere eventualmente adottate. Ma non è tutto; la lista “Fare Presto” denuncia che “il vertice rimane arroccato pericolosamente sulla poltrona più alta della Fondazione Enasarco, sordo alle istanze delle minoranze che fino a prova contraria rappresentano decine di migliaia di iscritti, sconfessando gli inviti dei Ministero Vigilanti, assumendosi personalmente ogni responsabilità – unitamente ai consiglieri di maggioranza del CdA – decidendo di adire il TAR, senza avere un preventivo mandato esplicito del Consiglio d’Amministrazione; e non per tutelare gli agenti ma, al contrario, per non andare immediatamente al voto e rimanere in regime di prorogatio. Un’azione da stigmatizzare in toto, che rappresenta un’offesa per chi in Enasarco ripone fiducia e versa i contributi per il proprio Fondo Pensionistico. E lo sta facendo in un momento storico in cui agenti di commercio e consulenti finanziari ci chiedono un aiuto vero e concreto, perché alle prese con i danni economici, sociali e sanitari determinati dall’Emergenza Covid-19”. E di tale arbitraria e inopinata iniziativa di ricorso al Tar “non sono stati informati neanche i delegati assembleari che hanno votato il 30 giugno scorso e che ora si trovano nella non invidiabile posizione di poter essere oggetto di attenzione, unitamente al vertice Enasarco e agli altri organi della Fondazione, per gli ingenti ed eventuali danni erariali causati dal comportamento arrogante e presuntuoso del vertice”. I 5 Consiglieri fanno infine sapere che “in CdA il Presidente ci ha informato sull’arrivo, proprio ieri, di un’ulteriore missiva dei Ministeri vigilanti, che tuttavia ancora non ci è stata fornita come Consiglieri, mentre stamattina sul quotidiano “Libero” abbiamo letto della volontà della Corte dei Conti di Commissariare “ad acta” Enasarco. Una cosa è certa: l’Ente va liberato perché è in ostaggio”. Il risultato finale è “l’ennesima presa in giro di agenti e consulenti finanziari i quali sarebbero destinatari non solo di aiuti economici irrisori ma addirittura di aiuti che non si verificheranno in quanto contenuti in delibere di cui i Ministeri vigilanti avevano già anticipato la loro nullità allo stesso Presidente e alla maggioranza del CdA in numerose note”