Pensione anticipata, istruzioni per l’uso

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Pensione anticipata, istruzioni per l’uso
Cosa valutare prima di chiederla
Federagenti - pensione anticipata Enasarco
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Domanda: Buongiorno, sono un agente con una anzianità contributiva di 28 anni di versamenti Enasarco ed ho 65 anni di età che compio esattamente il mese prossimo. Vorrei capire se mi conviene presentare la domanda di vecchiaia anticipata oppure se mi conviene aspettare i 67 anni per prendere la pensione di vecchiaia senza subire decurtazioni.
Risposta: La domanda posta in questi termini, è purtroppo generica perché mancano i dati relativi alla sua contribuzione e comunque altre informazioni rilevanti ai fini di un parere qualificato. Insomma non risulta possibile fornire una risposta esaustiva perché le valutazioni vanno fatte singolarmente sulla base non solo dei contributi realmente versati dall’agente presso la Fondazione, ma anche del suo stato. Occorre cioè capire – per esempio – se Lei è ancora in attività oppure se ha già smesso l’attività. Dal tenore della sua lettera sembrerebbe potersi desumere che lei sia ancora in attività ma anche questa circostanza è rilevante e deve essere chiarita. Cosa cambia? Se Lei avesse cessato entro la data del compimento dei suoi 65 anni, richiedere la pensione di vecchiaia anticipata le comporterebbe come minimo la decurtazione del 5% per ogni anno di anticipo.
A tale decurtazione va aggiunta la diminuzione della quota “C” ossia di quella quota calcolata col metodo contributivo; andando in pensione prima, infatti, la quota “C” non subirebbe la rivalutazione che invece avrebbe se il calcolo della pensione venisse effettuato alla naturale maturazione del suo diritto. Ne segue che l’importo della pensione risulterebbe poco più basso. Veniamo ora alla seconda ipotesi e cioè ipotizziamo che lei sia ancora in attività. In questo caso occorrerebbe valutare se il versamento dei prossimi contributi possa determinare una diminuzione dell’importo di pensione oppure no. Ci sono casi in cui, infatti, lavorare e versare ancora peggiora la situazione pensionistica perché il calcolo della quota A e della quota B che compongono, insieme alla quota C di cui sopra, la pensione spettante, viene fatto sulla base dei contributi rispettivamente degli ultimi 10 e 15 anni.
Purtroppo, l’esperienza comune ci dice che negli ultimi anni si lavora meno (un pò perché l’età avanza e si fa più fatica, un pò perché si perdono più facilmente i mandati) e si ottengono meno contributi, quindi la base imponibile diminuisce e conseguentemente il rateo pensionistico. In queste ipotesi, per assurdo, avendo redditi di natura diversa, converrebbe smettere l’attività di agente ed aspettare il requisito dell’età per andare in pensione. Ovviamente questo è un consiglio che si dà a livello previdenziale ma stando ben attenti a non perdere però le indennità di cessazione rapporto dovute a seguito della cessazione dei mandati in essere. Queste infatti sono dovute in occasione del conseguimento della pensione e non prima quindi se non si è conseguito il diritto a pensione è inopportuno dare disdetta e l’unica strada da seguire è quella di ottenere una risoluzione consensuale con l’accordo delle mandanti in merito all’indennità. Ma qui si entra in un altro argomento da affrontare separatamente.
Come vede, gentile associato, la questione non è semplice ed implica una serie di considerazioni e valutazioni che non possono essere  fatte, se non con tutti i dati a disposizione. Il nostro consiglio è quello di farsi assistere in tutte le valutazioni di carattere previdenziale e contrattuale da consulenti esperti e qualificati. Le sedi Federagenti sono a disposizione su tutto il territorio proprio per questo.