Come riportato nell’articolo del 4 aprile u.s. (presente nella home page di questo sito) i maggiori operatori del mercato petrolifero italiano (Api, Eni, Esso, Q8, Shell, Tamoil e Total-Erg) sono stati oggetto di un’indagine preliminare conoscitiva della Procura di Varese e della Guardia di Finanza per ricostruire la filiera delle attività che concorrono alla formazione del prezzo del carburante al dettaglio e per stabilire se l’aumento di prezzi dei prodotti petroliferi sia da attribuire al fisiologico andamento del mercato o se, invece, sia falsato da manovre speculative delle compagnie. Tale indagine avrebbe evidenziato – secondo la stampa nazionale – l’esistenza di un “cartello” tra le principali compagnie petrolifere operanti sul territorio nazionale in grado di favorire la raffica di rialzi dei prezzi dei carburanti degli ultimi anni, che sarebbero quindi ‘totalmente ingiustificati‘. Per ragioni di competenza territoriale, l’indagine è passata alle procure di Milano e Roma.
Alla circostanza è stata dedicata la trasmissione televisiva di RaiTre “Codice a Barre” dello scorso 24 aprile che ha visto tra gli ospiti il Segretario generale Federagenti Luca Gaburro il direttore generale dell’Unione Petrolifera Pietro de Simone e l’avvocato e docente di Istituzioni di Diritto Privato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Roma Tre, Antonello Spadafora.
Nell’occasione Gaburro ha sottolineato come l’agente di commercio percorra mediamente tra i 190 ed i 350 km. al giorno lavorativo, ovverosia circa 60.000 km annui. Con un consumo medio annuo di carburante di 5.000 litri, l’aumento di chi ha la macchina a gasolio nel triennio 2010/2013 è di circa 2.625 € (dal 2010, il gasolio è aumentato di 0,525 cent/litro); mentre di chi ha la macchina a benzina è di circa 2.385 € (dal 2010, la benzina è aumentata di 0,477 cent/litro). In media un agente di commercio spende circa 9.000 € l’anno in carburante, cifra che rappresenta circa il 25% del reddito annuale.
Gli agenti e i rappresentanti di commercio sono strozzati dal caro carburante ormai divenuto una tassa quotidiana per chi, come queste categorie professionali, ripone proprio nell’automobile il primo strumento di lavoro ed il proprio “ufficio”, quale strumento essenziale per la propria attività. Il carburante è aumentato del +18,0% annuo a febbraio e del +54,1% dal minimo di inizio 2009. Negli ultimi 20 anni il carburante è aumentato del 170%.
Già nel recente passato abbiamo chiesto – purtroppo inascoltati – al ministro dell’economia e finanze, delle infrastrutture ed ai presidenti delle commissioni finanze di camera e senato la detrazione del 100% del costo e meccanismi di salvaguardia a fronte dell’impennata continua dei prezzi.
L’aumento dei costi del carburante sta incidendo in modo così significativo sui conti degli agenti – che peraltro si trovano già alle prese con la difficile congiuntura economica – che solo l’anno scorso hanno visto una riduzione media dell’intermediato del 10%.
Inoltre a fronte di costi nettamente aumentati, gli ordinativi sono diminuiti ed i pagamenti da parte delle mandanti sono fortemente dilazionati. Ciò contribuisce alla chiusura dell’attività e/o all’evasione contributiva, con la beffa di non poter utilizzare alcun ammortizzatore sociale (cassa integrazione, indennità di mobilità ecc) prevista invece per i lavoratori dipendenti. La categoria stessa è in forte sofferenza e prova ne sono le decine di migliaia di cessazioni registrate dalle camere di commercio negli ultimi anni. Il quadro è aggravato da una tassazione reale che si aggira sul 50% del reddito e su imposte che da anni ci promettono di eliminare, una per tutte l’Irap e sull’applicazione degli studi di settore che sono a nostro avviso inutili e fuorvianti.
Qualora effettivamente le indagini appurassero che il prezzo in rialzo continuo dei carburanti nel nostro paese non è legato al prezzo della materia prima ma ad elementi puramente speculativi, la nostra associazione lancerà una campagna a livello nazionale per assistere tutti gli agenti di commercio che vorranno costituirsi parte offesa e chiedere il risarcimento di quanto pagato in più. Importante, oggi più che mai, utilizzare la scheda carburante ed effettuare il pagamento con carta di credito o bancomat, o al limite utilizzare le carte carburanti fornite dalle società petrolifere, in modo da poter nel caso richiedere il rimborso di quanto pagato ingiustamente.