Intervengo a questo importante evento in qualità di membro dell’assemblea dei delegati Enasarco, nuovo organo costituito all’interno della Fondazione a seguito delle prime libere elezioni avvenute nel 2016, le prime dopo quasi 80 anni di vita dello stesso. Tali elezioni avrebbero dovuto rappresentare l’inizio della discontinuità rispetto al passato per quanto riguarda la gestione dell’ente, ma a distanza di 2 anni questo di fatto non è ancora avvenuto. Prova ne è l’ultimo consiglio di amministrazione dello scorso 8 novembre che aveva come ordine del giorno il Preconsuntivo 2018 ed il Preventivo 2019, deliberato alla fine solo a maggioranza con 5 dichiarazioni di voto contrarie (tra cui quelle degli eletti in rappresentanza della Federagenti) e solo 7 voti favorevoli. Un documento contabile oggetto di diverse critiche incentrate ancora una volta sulla necessità di un radicale rinnovamento delle politiche gestionali della fondazione, rinnovamento però che continua a tardare. Dall’analisi infatti dei documenti predisposti dalla Fondazione non può non preoccupare l’aumento delle spese, in particolare quelle derivanti da consulenze professionali e per i legali che assistono la fondazione per il contenzioso legale istituzionale, nonché quelle per la comunicazione per le quali non è stato nemmeno abbozzato una preventiva quanto opportuna programmazione. Non solo, elementi di particolare criticità che se non affrontati prontamente metteranno in seria difficoltà la tenuta di lungo periodo dell’ente sono rappresentati sia dallo scarso rendimento complessivo del patrimonio, con particolare riferimento a quello immobiliare, sia dal trend delle iscrizioni all’ente, ormai costantemente decrescente da diversi anni a questa parte. L’utile di esercizio crescerebbe si ancora, ma solo in virtù dei sacrifici richiesti agli iscritti sotto forma di quegli aumenti contributivi progressivi introdotti dal 2012. Inoltre va ricordato che sempre dal 2004 l’1% dei contributi trattenuti in fattura non concorre al pagamento della pensione, bensì va a finire in un fondo di solidarietà che serve a mantenere in equilibrio il sistema pensionistico dell’Enasarco. Tale contributo è aumentato nel corso degli ultimi anni attestandosi all’ attuale 3%. Tutti gli aumenti sin qui descritti si arresteranno solo nel 2020 – così è previsto dal Regolamento istituzionale dell’ente – mentre sarà sempre più consistente il numero di pensionati, diminuendo di converso il numero di lavoratori attivi che versano. In questo quadro potrebbero pesare fortemente anche le risultanze del così detto Progetto Mercurio (la vendita dei circa 18.000 immobili della Fondazione) deliberato nel 2008 con l’obiettivo di incassare 1,4 miliardi di euro ma ben lontano dal raggiungere tale obiettivo. Tutto ciò potrebbe portare già nel breve termine ad avere un fondo previdenza con serie prospettive di disequilibrio, un fondo assistenza con prestazioni integrative residuali e polverizzate – evidentemente di scarso interesse per gli iscritti visto che solo l’1% attualmente ne usufruisce – ed un bilancio tecnico in peggioramento. Né è lontanamente immaginabile per la Federagenti un nuovo aumento delle aliquote contributive in capo agli iscritti, già fortemente penalizzati in passato a causa di quelle politiche gestionali che portarono circa 10 anni fa addirittura al commissariamento dell’ente.Per la Federagenti il budget presentato, considerato come documento di politica gestionale, è molto deludente in quanto carente di proposte innovative ed interventi in grado di mettere in sicurezza i risparmi previdenziali della categoria. Inoltre è preoccupante la mancanza di collegialità nelle scelte ed il ruolo marginale affidato all’assemblea dei delegati che invece dovrebbe essere significativamente più coinvolta nella vita della Fondazione (cosa sin qui non ancora accaduta). La stessa assemblea che sarà chiamata tra poco meno di un mese ad approvare il Budget 2019 appena deliberato con molte perplessità dal Cda, e che già in occasione dell’approvazione del bilancio consuntivo 2017 e del budget 2018 era stato teatro di turbolenze che avevano portato a decisioni assunte a maggioranza con non poche critiche nei confronti dell’attuale governance. In definitiva, se non si procederà ad attuare le riforme chieste ormai da tempo dalla Federagenti quali ancora l’abbassamento delle spese per consulenze, il miglioramento del rendimento degli investimenti soprattutto immobiliari, l’internalizzazione di alcuni servizi (quali ad esempio il call center) che se esternalizzati costerebbero molto di più, ebbene il serio rischio è che si buttino via i sacrifici fatti dagli agenti in tutti questi anni.
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Su Enasarco occorre cambiare
L'intervento di Martino Colella (Delegato Enasarco) al convegno Federagenti di Milano